“Sulle orme di Francesco, per Camaldoli verso La Verna"
 
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Mi presento
VAL MONTANAIA
FERRATA MERLONE
SANTIAGO DI COMPOSTELA
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Il cammino, tranne che per qualche fastidio alla spalla del sottoscritto, (a volte proprio insopportabile), ci ha dato pochi problemi. Del resto erano soltanto poco più di 120 km che ci eravamo proposti di fare. Andare fino a La Verna e tornare indietro di una decina di km, per fermarci a fare gli ospitalleri (accoglienza ad eventuali pellegrini - per 6 giorni) all'Ospitale La Valle Santa di Rimbocchi.

Il tempo, ha fatto quel che ha voluto, alternando qualche ora di sole a lunghe ore di pioggia, di nebbia, di freddo, ma la fatica e la bellezza incontaminata dei luoghi ci faceva dimenticare tutto. Si camminava in mezzo al fango, alle volte la melma era così tanta, da doverci inventare il sentiero per passare...da non piantarci il sedere, che altrimenti saremmo rimasti incollati nel fango.

Abbiamo attraversato foreste incontaminate, selvagge, (le sacre foreste casentinesi, di Camaldoli, fino a La Verna). L'eremo di Camaldoli, dove abbiamo trascorso una notte, è veramente qualcosa di unico. Lontano dai rumori della civiltà, circondato da una foresta senza fine, solo il sibilo del vento e il salmodiare dei monaci...qualcosa di commovente. Abbiamo partecipato al canto del vespro, il giorno dell'arrivo e al canto del mattutino il giorno successivo, prima di partire per la tappa successiva. Ti ho ricordato. Ti ho messo nel mazzo di tutti gli amici e che ho tenuto in mano mentre cantavo il mattutino.

 

 
Camaldoli

Tra scrosci di pioggia
e il sibilo del vento
piange la faggetta,
e le sue lacrime confonde.

Nel mormorio della foresta,
squarci di verde
si aprono verso il cielo,
lassù, dove le nuvole
accarezzano gli alberi.

Manca d'azzurro il giorno,
si rincorrono le nubi,
giocano nel vento
ed è tutto uno sciamàr d'angeli
tra le fronde oranti.

Or s'affaccia il sole,
bacia l'eremo silente,
di luce innonda la valle,
le cime intorno e noi
di stupore e meraviglia.

Camaldoli,
purezza della fede
incastonata nella pace,
nel vespero salmodia
l'inno dell'amore.

Serenità di Dio
nel suo creato.
 
Siamo ripartiti sotto la pioggia, ma le ns mantelle hanno assolto molto bene il loro dovere...bagnati molto poco. Vesciche? Nemmeno una. E' stata molto utile l'esperienza dei precedenti e più impegnativi cammini. Comunque non è da sottovalutare il Cammino di San Francesco, in quanto presenta notevoli dislivelli da superare. Insomma bisogna sempre affrontarlo dopo un buon allenamento. A proposito non fidarti della memoria muscolare. E' una balla! I miei muscoli non ricordavano proprio nulla! Una fatica boia!

Finalmente La Verna! A dirla schietta, è stata davvero una conquista. E' qui che ci siamo dovuti inventare i sentieri a causa del fango. Alla fine però abbiamo messo i piedi nei luoghi calcati dai calzari di San Francesco e di Sant'Antonio. La Verna? Un nido d'aquila, uno scrigno di santità e preghiera. A La Verna, Dio ci parla. ...e se lo dico io, che di fede proprio.... c'è da crederci.


La Verna (il sacro monte delle stigmate)

Brillò,
la sera che Francesco
s'incontrò con Dio,
monte Penna, che La Verna
tiene in grembo.

Lassù, tra le rocce e la foresta
ancora vive il Poverello,
predica agli uccelli,
ammansisce i lupi,
a tutti indica una strada
lastricata di povertà e preghiera,
per incontrare Dio e la Sua Pace.


Mario Berto.
     
 
 

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anno 1° . aggiornamento n. 1