Pellegrinaggio a Santiago di Compostella - Mario Berto - Mario Silvoni - Piero Sguotti
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VAL MONTANAIA
FERRATA MERLONE
SANTIAGO DI COMPOSTELA
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Pellegrinaggio a Santiago di Compostella - Mario Berto - Mario Silvoni - Piero Sguotti
 
Il giorno 23 aprile 2010, tre amici di Conselve: Mario Berto, Mario Silvoni, Piero Sguotti, si sono ritrovati a Saint Jean Pied de Port, sui Pirenei Francesi,
e da qui, a piedi, la mattina del 24 aprile si sono incamminati lungo il sentiero di circa 800Km che porta a Santiago di Compostella in Spagna,
nella estrema Galizia. Il pellegrinaggio si concluse nella Basilica di Santiago il 22 maggio successivo.
 
 


Ricordando Santiago di Compostela
Verso Santiago
Preghiera nella Meseta
Sera nella Meseta
Nostalgia

 

Il mio “Cammino”

Sul “Cammino di Santiago” si sono prodigati a parole, scrittori, storici, giornalisti, scienziati, credenti ed atei, è per questo che, quale rappresentante dell'uomo comune e visto che mi sono cimentato nella fatica fisica, mi sento autorizzato di dire qualcosa anch'io. Poche cose, solo qualche spontanea riflessione.
Tanto per cominciare, per me il Cammino di Santiago (il sentiero di circa 800km) è stato un "locus philosophicus".
Questa lunga strada o sentiero, che si snoda tra la Francia e l'estremità della Galizia, - e che dalle foto vi potete anche immaginare, - non è stato altro che un luogo dove far scorrere un fiume di pensieri, di emozioni, di ricordi, di pentimenti, di propositi anche.

Durante il Cammino, la mente si sbizzarrisce.

Cavolo, vorrei vedere, con tutto il tempo che si ritrova a disposizione! Sembra quasi che i pensieri prendano vita e ti accompagnino come dei veri amici.

Ti aspettano, ti aiutano, ti spingono, ti trascinano. Loro, i pensieri, sono leggeri, mentre tu sei pesante. E poi, quello zaino maledetto (12 kg - chi me l’ha fatto fare) che ti spacca i muscoli delle spalle, tanto da sentirti ad ogni passo come delle pugnalate a tradimento. Mica ci si fa l'abitudine allo zaino, voglio precisare al peso dello zaino! Comunque almeno i pensieri, quelli non pesavano.

Loro si avventuravano dappertutto. Volavano. Prendevano scorciatoie per il cielo, per Dio, per la Fede, per i massimi e minimi sistemi e ti rendevano partecipe di tutto, meticolosamente. Così, mentre guardavi il paesaggio, mai monotono e stancante, anche quando per ore pareva sempre lo stesso, loro, i pensieri, si avventuravano alla ricerca di Dio. Quasi se lo vedevano tra le nuvole o all'orizzonte luminoso nelle prime ore di un’alba, o tra gli alberi di un bosco, o forse, a passeggiare in mezzo a tutto il verde primaverile della sconfinata Meseta.

Tu allora, preso da stupore e commozione, quasi facevi le lacrime e dentro di te gridavi: Dio, sei grande! Sei grande! Recitavi un Gloria, un'Avemaria, un Padrenostro. La preghiera diventava poi colloquio con questa Entità straordinaria, indefinita, ma molto vicina. Una forma di intimità unica e mai provata.
O forse sì.

 

Provata quando, più giovane, raggiungevi la cima di una montagna o ti perdevi nel silenzio di qualche valle alpina. Ti sentivi davvero, trasportare in un'altra dimensione.
Ti spuntavano le lacrime. Un tipo come te, direte, commuoversi per così poco!

Eppure, è la verità. In questi momenti, senza capirne il vero motivo, ti prende un'intensa commozione. Pensi all'Amore, a quello con la A maiuscola, che tutto lega e che su tutto prevale, anche quando non sembra. Allora si fanno avanti oltre che i massimi, anche i minimi sistemi: noi, voi, io, il prossimo, la famiglia, i conoscenti, la ns vita, le nostre miserie, (volevo dire le mie), ....la nostra umanità, l'umanità di Cristo-Dio..... .e ti chiedi perché.

Perchè???????

Vai gridando dentro di te. A questo punto massimi e minimi sistemi diventano un tutt'uno.

E tu cammini. Cammini, per ore, per giorni, come drogato, addormentato in questi pensieri che pure ti piacciono, anzi, li cerchi.

Cammini in una atmosfera ovattata.

All'improvviso, un colpo ad un sasso, una storta, una tendinite.

Ti svegli! Con una imprecazione uscita da chissà quale cassetto della mente.
Aih! M'è partita un'unghia! ....Tosi, no gh'eà fasso pi'! Ho una fitta allo stinco, ...al calcagno, all'anca! ...
Per la miseria! M'è partita davvero un'unghia! Insomma, all'improvviso ti ritrovi con il culo per terra
.

Devi far i conti con la fatica, col il dolore fisico, col peso del maledetto zaino, con le vesciche, con la tendinite.

Era troppo bello! Faticoso, ma fantastico Cammino! Alla fine, finalmente Santiago! Stanno per terminare i giorni di prati, di pecore, di boschi, di sassi, di neve, di fango, di pioggia di sole, di salite, di discese, di cerotti, di scarponi, di sacrifici, di campi di grano, di vigneti, di asfalti, di borracce, di letti a castello, di promiscuità, di zuppe d'aglio, di supa gagliega.

Nella cattedrale il "butafumeiro" spargerà il suo incenso sulle nostre teste.

Ed ecco il miracolo: gli odori dei pellegrini di tutto il mondo si unificheranno in un unico mistico profumo di preghiera universale.

Credetemi, il Cammino di Santiago è anche questo.

Mario Berto

 
 

© 2015 testi e immagini di Mario Berto - grafica pitbaldr