Va scemando, lontana,
tra i ricordi,
l’eco dei tàm-tàm.
Ancora danza,
del tempo antico,
lento il ritmo,
in magici riti,
increspando il volto,
di gente stanca,
provata, rassegnata
e del fato schiava.
Gente di pelle nera,
curva all’arida
terra riarsa,
dal sole bruciata,
trovando vai
le amare radici
ed estirpando
la maledizione antica.
Così, giovani, forti,
eroi senza nome
e senza gloria,
solcano i fianchi
neri dello Shira
e le bianche nevi
sulla magica cima,
stringendo in cuore
l’ansia suprema
del loro riscatto
“Hururu peak”!
Ancor s’ode sommesso
Il pianto dei vecchi,
tra stridore
d’infami catene
e l’acerbo dolore di bimbi,
di vergini nere.
Sinistro e crudele
schioccar di fruste
va lacerando
il vigor guerriero
del popolo nero.
Va crescendo lontano
l’ira funesta,
vien cavalcando,
lorda di sangue,
rovinosa vendetta.
Gente d’Africa,
guarda la fede
dei martiri tuoi!
Per sempre dimentica
l’antico rancore!
Nel tuo perdono,
fiorirà,
per l’aspra savana,
sulle candide nevi,
tra i remoti silenzi,
dolce l'amore
fino alla croce
d’Hururu Peak.
07.03.87 verso la cima del Kilimangiaro mt. 5.965
Mario BERTO |