Lontana, la gente vede
bianca e spumosa,
ignara e rapita guarda
Tsunami, l'onda,
che rabbioso un dio cavalca
verso la terra inerme,
e torbida s'avanza.
Un istante ancora,
e del mostro bestiale furia
inesorabile s'abbatte
ruggente d'acqua il flutto,
Tsunami, l'onda
d'immenso oceano,
mai di vite paga.
Fiera crudele, assassina
sulla spiaggia irrompe,
mille e mille vite afferra,
e lontano scaglia,
ghermisce e spezza.
Tsunami, l'onda,
che germogli di genti,
di nazioni e popoli,
rovinando sulla terra strappa.
In tanto scempio di corpi,
ed umani sentimenti,
i vivi lascia smarriti e persi
a lacrimar sui morti.
Tsunami, l'onda,
su quelle sabbie bianche,
ridotte a fango e spoglie
torna e s'acquieta
e vele bianche all'orizzonte
vanno, dispiegate al vento,
a giocar con l'anime di chi
soltanto un nome lascia.
Incessante: "Tsunami",
ripete la risacca
su spiagge bianche e scogli,
lambisce, accarezza e bacia
la terra ferita e pesta.
E noi, ad aspettar attoniti,
e mirar meravigliosa vita
che da sempre un'onda
distrugge, modella e plasma.
Mario BERTO |