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Solenne scorre l'Adige silente
e alla sera s'accompagna
nei colori del tramonto.
Voli di gabbiani solcano il cielo
e nuvole rosse, fresche di tempesta
seguono il sole giù per la china
fin dove muore il giorno.
Un refolo scuote la mia mente
e nel groviglio di pensieri si dibatte
l'anima mia smarrita.
Mani di fata distendono la brezza.
Tremano le foglie, ondeggia il verde,
voci d'umanità, lontane,
e lo spirito che freme
nell'ombra che s'avanza.
Sugli alberi, tra il folto del fogliame,
un bisbiglio d'uccelli,
quasi un sussurro giunge dalle fronde,
malinconia nell'ultimo riverbero
che torno torno si diffonde.
Or fisso lo sguardo al fiume,
là, dove s'increspa la corrente.
Incessante sciabordio di flutti
che ai ruderi s'avvolge,
spinge la memoria
tra i meandri della storia.
Su quella torre in mezzo all'Adige
vedo un brandir di spade
e aleggiar fantasmi di guerrieri.
Pietre antiche, mute testimoni
del trambusto della vita,
e di quel tempo d'odio e di contese. |